19 Mag. 2009

parole giuste e parole infelici

Ieri sera si parlava dell’uso delle parole, in particolare, il tutto è nato perchè stavo raccontando la storia di una ragazza che conosco che presto si sposerà con un ragazzo nero.

Chissà perché… la parola nero non è carina come… di colore…?
Forse si riferisce al fatto che "di colore" non specifica poi quale?
Me se noi non abbiamo davvero riserve nei confronti di persone e popoli con tratti somatici diversi dai nostri (occidentali… più o meno bianchi…) perchè la parola NERO dovrebbe essere detta con cattiveria, se in fondo è solo un colore?
Così immaginiamo di fare un viaggio in Africa, supponiamo che il barista dell’aeroporto dice riferendosi a noi…   " Il caffè era per quella ragazza bianca…"
Ci sentiremo offesi?
Io no.
E spero nessuno di voi che sta leggendo…
Ma allora perché tante riserve per alcune parole?
Ovviamente il fenomeno riguarda un numero considerevole di categorie:
I poveri sono svantaggiati, i bassi sono meno alti, handicappato diventa portatore d’handicap o affetto da sindrome di… o diversamente abili, i vecchi sono anziani.
Che cosa hanno allora certe parole, sinonime di altre, per essere scelte come offensive o meno offensive?
Una storia.
La storia delle parole e il modo in cui le abbiamo usate nel corso del tempo, addirittura possono avere un significato solo per noi Italiani, per i Tedeschi o per gli Inglesi.
Per questo dobbiamo spesso fare attenzione alle parole che usiamo, a quello che intendiamo comunicare e a quello che la parola contiene in sé indipendentemente dal significato oggettivo.
Alcune parole sono state usate in passato in modo discriminante, provocatorio e offensivo per alcune classi sociali. Ed oggi, anche senza nessun apparente motivo, ne portano il retaggio.
Bisognerebbe imparare a distinguere il vero significato delle parole. Il che significa mantenere la loro storia, ma significa anche depurarle da alcune false ipocrisie…

By Manu | Posted in Senza categoria, style | Post a comment or leave a trackback: Trackback URL.

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  • concordo: è la storia che discrimina alcune parole. Ma resto del parere che ladifferenza sostanziale sta nel modo in cui vengono usate e nella capacità di non essere prevenuti: non c’e differenza secondo me tra "nero " e di colore…ma non si sa perchè NERO per qualcuno è offensivo…CIAO!

  • E’ soggetivo Bugs per me è uguale, nel senso che detto in tono scherzoso, non ha nulla di male. Però il più delle volte viene male interpretato!

  • il problema centrale forse deriva dal fatto che gli italiani sono dei falsi perbenisti..e il fatto di dare un nome alle cose/persone/fatti sembra dover implicare sempre una sega mentale anticipata..penserà male di me se la dico così? e via dicendo..io il diversamente abile lo chiamo comunque handicappato, l’addetto alla nettezza, comunque spazzino, il di colore, comunque nero…è lo spirito con cui lo si dice…posso essere fine a chiamare una persona "di colore" ma dicendola penso il tutto con cattiveria…quindi tanti problemi per niente..e il bello è che si fanno anche denunce, servizi al tg su queste cose..ma daiiiii…opinione personale ovvio…

  • Anamonia dicono che le parole tagliano di più di una spada, ed è vero, dipende dall’uso che se ne fa!

  • E pensare che quelli che a livello di colore sembrano i più malandati fisicamente e malattici siamo proprio noi "bianchi"…é pazzesco non credi?Un abbraccio

  • Già … Laura hai ragione!

  • A me è capitato di sentire la parola "servitù" in riferimento al personale che lavora sulle navi da crociera e ho fatto notare alla signora in questione (stavo per riderle in faccia) che non è il caso di etichettare così  i camerieri,  colf o chiunque altro svolga mansioni del genere.Però hai ragione, anche a me "nero" non pare offensivo.  Ciaoo

  • Mari, lo so che è imposibile ma a me piacerebbe chiamarli con il loro nome, senza etichette!

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