Il nome Krizia è preso dall’ ultimo Dialogo incompiuto di Platone (quello sulla vanità femminile). Maestra elementare, abbandona l’insegnamento e apre una sartoria a Milano con l’amica Flora Dolci.
Nel 1957 espone una serie di “abiti-frutta” al Samia, il Salone mercato internazionale dell’abbigliamento, una delle prime manifestazioni pubbliche in cui le collezioni di moda venivano presentate al pubblico.
Nel 1964, per una sua creazione in bianco e nero presentata a Palazzo Pitti, ottiene a Firenze il premio “Critica della moda”, assegnato per la prima volta a una donna e, in precedenza, solo a Emilio Pucci. La sua moda, molto femminile e caratterizzata da un’estrema libertà creativa che le vale il soprannome di Crazy Kryzia, si impone prima in Italia e, a partire dal 1970, in tutto il mondo.
Nel 1971, in cui la moda “prevedeva” solo il maxi e il midi presenta, in spirito di contraddizione, una collezione di cortissimi pantaloncini (hot-pants) che, a Capri, le valgono il premio “Tiberio d’oro”. Nel 1982 fa parte di un gruppo di otto stilisti internazionali inviati dal Mit di Cambridge alla mostra “Intimate architecture: contemporany clothing desing”.
« Gli accostamenti più arditi riescono a far cantare i materiali e le forme »
(Krizia)
31 Gennaio 2008 at 13:39 -
il mio primo tailleur era Krizia jeans…grigio…
31 Gennaio 2008 at 13:41 -
Elenucci … io ho avuto una borsa … tanti anni fa e ne andavo fierissima!