Certo, la strada è ormai segnata. Le tappe, chiare: accorciare, dimuinuire, scoprire. Ma la storia del costume (da bagno) non è lineare. Un passo avanti, due indietro. Nel 1906, la nuotatrice australiana Annette Kellerman durante una esibizione negli Stati Uniti si presenta con un costume intero, semplice e funzionale, che lasciava scoperte le cosce. Fu subito arrestata, multata e rimpatriata. Nel 1920 Coco Chanel si fa portabandiera di un cambiamento radicale. Fece scoprire a tutti, che uomini e donne erano più belli con la pelle abbronzata. La sua donna, in particolare, veste pantaloncini corti, ha le braccia nude, la scollatura decisa. Su una rivista qualcuno lancia l’allarme: «I costumi da bagno tendono a zero. Trionfo della nudità. Cosa sarà nel 1933?». In realtà, per la successiva rivoluzione si dovrà attendere la fine della Seconda guerra mondiale e la nascita del divismo. Il due pezzi è in arrivo…
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