Lucrezia Borgia giungeva a Ferrara, sposa di Alfonso d’Este, figlio del duca Ercole I ed erede del Ducato Estense. Sulle luci e le ombre che avvolgono questa affascinante figura di donna sono stati letteralmente versati fiumi di inchiostro, ed una rappresentazione di genesi romantica tende a far prevalere, nell’immaginario popolare, il tratto di una Lucrezia “dark lady”, ambiguo e freddo strumento di mutevoli trame di potere. Vero è che quelli che alla nostra sensibilità morale appaiono come vizi o manifestazioni di cinismo, sono celebrate dal Machiavelli come altrettante virtù politiche, non a caso esemplificate nel fratello di Lucrezia, Cesare Borgia detto il Valentino. Ed è anche vero che, negli anni della sua permanenza a Ferrara – dove muore di parto nel 1519 – viene pressocchè unanimemente descritta come moglie e madre esemplare, nuora prudente e rispettosa del suocero Ercole I, attenta reggente delle sorti del Ducato Estense durante le frequenti assenze del marito guerriero, fervente religiosa – tanto da divenire terziaria francescana – oltrechè protagonista e fulcro di un fervore culturale che la vede intessere ed alimentare rapporti con alcuni dei più importanti intellettuali del suo tempo: l’Ariosto, lo Strozzi, il Bembo, con il quale intrattiene un importante carteggio. Ci piace quindi immaginare che a Ferrara Lucrezia, finalmente sottratta al dominio ed al controllo della soverchiante figura paterna – il papa Alessandro VI – abbia trovato, dopo un’adolescenza a dir poco turbolenta, un periodo di serenità, nel quale dispiegare gli aspetti più genuini e veri del proprio animo. Ma, al di là delle tante possibili suggestioni – più o meno accreditate dal punto di vista storico – il dato di fatto è che si tratta di un personaggio “a tutto tondo”, aperto a molteplici chiavi di lettura ed al tempo stesso mai completamente letto ed esaurito da un unico codice interpretativo, dunque – nella sua apparente incoerenza – perfettamente in linea con la complessità di segni e significati che caratterizza quel momento di straordinaria creatività che è il Rinascimento.
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29 Giugno 2007 at 17:06 -
giusto. Va detto però anche che Lucrezia Borgia è un po’ anche vittima delle sovrastrutture che tendiamo a sovrapporre alla storia, fino a crearne un personaggio negativo e perverso quale, probabilmente, non era.In realtà Lucrezia Borgia doveva essere un po’ come la descrive nell’omonimo romanzo Maria Bellonci (che fece profondi studi d’archivio per i suoi romanzi), cioè una donna in qualche modo vittima del suo tempo, mandata in sposa a tre mariti diversi per compiacere i disegni politici del padre e del fratello (e qui, forse, la Bellonci calca la mano in una difesa un po’ "femminista" della sua Lucrezia).in qualche modo farebbe da contraltare a una donna algida e calcolatrice come la cognata Isabella d’Este, di gusto e cultura raffinatissime, ma fredda ad ogni passione, a differenza di Lucrezia, che segretamente amerà profondamente Pietro Bembo, anche quando questi diventerà cardinale a Venezia: il suo appassionato carteggio testimonia l’ardore e lo spegnersi di questa passione…Per chi non l’ha letto, il libro della Bellonci, a piccole dosi, merita di essere letto (ma "Lucrezia Borgia": "Rinascimento privato" è un libro di cui si potrà fare a meno!!!
29 Giugno 2007 at 17:45 -
Promossa!
29 Giugno 2007 at 21:58 -
ma certo! Sempre!Per premio puoi regalarti il libro della Bellonci (anche se poi non è proprio un regalto da desiderare…)16 Settembre 2009 at 18:42 -
Per premio puoi regalarti il libro della Bellonci
25 Novembre 2009 at 19:53 -
un saluto veloce
25 Novembre 2009 at 19:59 -
MANUUUUU CIAOOO!
25 Novembre 2009 at 20:03 -
ciao!! che bel blog!! besos
25 Novembre 2009 at 20:08 -
Mi piace il tuo blog
25 Novembre 2009 at 20:12 -
Manu, grazie per essere passata a trovarmi. A presto