25 Giu. 2007

pittura e gioielli

Il XV secolo, come abbiamo già appurato, è un periodo storico durante il quale la pittura diventa documento della vita quotidiana,e,a causa-o per merito – di una volontà maniacale di descrivere la realtà nei più minuti dettagli, consente, nel caso specifico dell’oreficeria,una documentazione insostituibile per comprendere le caratteristiche di stile e l’uso degli oggetti rappresentati.
Così i ricchi mercanti commissionano quadri,affreschi ed arazzi per celebrare le ricchezze acquisite con uno strumento destinato ad informare anche i posteri, e,  nel far ciò, non sono da meno dei nobili che fanno eternare dai pittori le grandi cerimonie di incoronazioni, nozze, investiture della loro casata.
Da queste rappresentazioni pittoriche si possono dedurre naturalmente gli usi del tempo, e ,fra i tanti, quello che appare più originale è l’arte di ornare i capelli femminili con le perle, sciolti o raccolti in trecce o in ‘code di cavallo’,o ancora in reti di fil d’oro, in cui le perle sono infilate.
In questo periodo le botteghe degli artigiani gioiellieri sono frequentate anche dai migliori pittori, che vanno a studiare da presso , per renderle nei loro quadri, la brillantezza e i colori delle pietre preziose, l’iridescenza delle perle, e non disdegnano di disegnare e fare realizzare su loro proposta dei bei gioielli per sè o per farne dono.
Anche i pittori italiani seguirono questa tendenza, e tra essi c’erano Ghiberti,Verrocchio, Botticelli, il Ghirlandaio.
Un esempio di particolare cura nella rappresentazione di un gioiello in un quadro è il pendente di una delle Grazie della ‘Primavera’ del Botticelli,dove le perle si intrecciano fra i capelli delle protagoniste del dipinto.
Per altro, a Firenze si era affermato l’uso delle collane di perle,di tal pregio e di tale lunghezza da costringere Cosimo de’Medici a promulgare una legge suntuaria che proibiva ai cittadini l’uso di collane di valore superiore a 500 scudi. 
Ma la legge non toccò le abitudini delle nobildonne, che la ignorarono continuando ad ornarsi di splendide collane.

By Manu | Posted in Senza categoria, style | Post a comment or leave a trackback: Trackback URL.

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  • solo qualche piccola aggiunta. La prima ti suggerisco un altro caso iconografico utile, anzi due.Il primo è la famosa dama di Pollaiolo al Poldi Pezzoli. Il secondo, meno noto, è un ritratto di donna dell’Ambrosiana. Probabilmente è di un pittore bolognese, ma nel sito dell’Ambrosiana lo trovi ancora come De Pretis (lo trovi nella prima sala, quella della collezione del cardinale Federigo).Il secondo appunto, invece, riguarda gli artisti che hai citato. In tutti qusti casi, infatti, si tratta di pittori che avevano avuto, come da prassi, una formazione presso botteghe di orafi. Verrocchio stesso a lungo farò l’orafo (e nella sua scultura si vede bene la felice mano di uno che sa usare il cesello), e così Pollaiolo, il quale infatti farà alcune delle incisioni a bulino più belle del rinascimento. Mantegna, invece, era uno dei pochi pittori con formazione da pittore (le sue incisioni, infatti, sono tradotte a bulino da un orafo, Marcantonio Cavalli). Botticelli, invece, ha una formazione da orafo, e così ovviamente anche Ghirlandaio. Insomma, anche questo ha il suo peso, no?In secondo luogo, perchè in questi post non entri di più nello specifico (e nel descrittivo) degli ori e dei costumi che sono indossati da questi ritratti? NOn rimanere sul pelo dell’acqua, vai in profondità: così il discorso diventa più intrigante (per me almeno)

  • Buongiorno Nico! Accidenti neanche oggi sono promossa! Ma hai ragione, mi attrezzo di muta e bombole e vado in profondità!

  • no no, sei promossa, ci mancherebbe!!!Io contribuisco solo per darti una mano, ma va bene così, ci mancherebbe! Tolti gli scivoloni su Isabella d’Este (più che giustificabili) per il resto queste cose mi interessano, vai avanti mi raccomando! PS: ma sul mio blog non vieni più?!? Dai, domani metto un po’ di testo e aggiorno le puntate sulle manie bibliofile!

  • Sono passata … ti ho visto immerso nei tuoi ricordi sulla Sabina…mi sei sembrato un pò malinconico, ma lo sai che non si può tornare indietro!

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