Cara Manu, non voglio fare le pulci a tutti i costi ma devo farti degli appunti. Quella del primo ritratto non è Isabella d’Este ma, molto probabilmente, la sua nuora, figlia del duca Federico, che porta in dote ai Gonzaga il ducato del Monferrato.il secondo non lo conosco, ma presumo sia uno dei ritratti provenienti dal Museo Gioviano, oggi agli Uffizi. Il terzo non può essere un ritratto, mentre il quarto della prima fila e il secondo e il quarto della seconda fila sono certamente ritratti di Isabella d’Este. Degli altri due non so ma ho dei dubbi: più che altro credo che siano attestazioni di come Isabella fosse capace di lanciare delle mode subito accolte, come questo corpicapo misto di tessuto e ciocche di capelli veri!
Caro Nico, 1° ritratto: Titian (Tiziano Vecellio), 1490, Pieve di Cadore, 1576, Venezia: autore del “solo” ritratto di Isabella che lei amò di più fra tutti quelli che le fecero.
Caro Nico,1° della seconda fila: … hai ragione!Paolo Morando detto Cavazzola, Ritratto di gentildonna con capigliara e guanto in mano1520 ca. Accademia Carrara, Bergamo.Sontuosa e monumentale, meditata sugli esemplari dell’antichità romana e riportata in auge dal gusto di Isabella d’Este, la “capigliara” costituisce una delle espressioni più classiche delle mode classicheggianti del XVI secolo. A metà tra una parrucca e un copricapo, generalmente ricchissima di applicazioni, fu destinata a una rapidissima circolazione, specie nel territorio padano.
Cara Manuela,scusami se insisto, ma attingo dalla memoria delle lezioni di Giovanni Agosti che sulle questioni mantovane del ‘500 è ferratissimo, ma la didascali a che mi mandi può andare bene per il primo ritratto a destra, mentre il primo ritratto che dico io, quello in alto a sinistra, non è certamente di Tiziano bensì, probabilmente, di Giulio Romano. Si tratta di un dipinto di cui non si sa quasi nulla, in modo particolare dell’identità della ritratta per il motivo che i ritratti della moglie del duca Federico sono inesistenti. Qualcuno, invece, ha ipotizzato che Isabella d’este sia la donna in secondo piano, sullo sfondo, che sta entrando nella stanza, velata: la suocera, "prima donna del rinascimento" che va a trovare la moglie di suo figlio. Tuttavia non ci sono prove per dimostrare questa ipotesi…Resta però certo che Isabella non si sarebbe mai fatta fare un ritratto così, come sta ad indicare il fatto che quando si fa fare il ritratto da Rubens si rifiuta di posare per l’artista in quanto è ormai vecchia e grassa (tanto da aver dovuto spostare il suo studiolo non essendo più in grado di fare le scale) e gli fornisce il ritratto di Tiziano fattole quando era giovane, chiedendogli di usare quello. Isabella, nei suoi ritratti, con il tempo non invecchia mai, anzi, a dire la verità, noi non sappiamo bene che volto abbia avuto. La sola effige che non lascia dubbi, infatti, è quella che si trova su una medaglia incisa da Giancristoforo Romano, scultore di fiducia della marchesa, che la invierà in dono in più occasioni alle persone che se la meritavano, a pochi eletti: non a caso aveva come motto "benemerentium ergo", cioè "ai benemerenti", a quelli che la meritano (a pensarci bene, più che una vera donna, è il motto di una vera stronza!).Si può aggiungere anche che Mantegna aveva fatto un ritratto di Isabella d’Este, ma che questa non lo apprezzò perchè, dice, l’aveva dipinta brutta, tanto che si rifiutò di posare per la grande Pala della Vittoria, dove, al suo posto, compare sant’Anna. Anche sulle collezioni Gonzaga, poi, è tutto da vedere, perchè anche di quelle abbiamo alcuni dati incerti, nonostante l’inventario fatto fare dalla vedova del duca Federico nel 1540 (infatti Federico, gran puttaniere in vita, muore di mal sottile un anno dopo la madre).Comunque ti sei impegnata, lo riconosco: bisogna però fare attenzione alle fonti da cui si attinge…Però, mi raccomando, continua così!!!Nico
però la storia del coazzone è interessante e senza dubbio meriterebbe di essere approfondita, non di rimanere come commento ad un post. Considera che Isabella adorava inventare mode e farsi imitare, tanto che ci sono lettere di persone che le chiedono il permesso di indossare a loro volta certe idee di abbigliamento inventate dalla marchesa, che su alcune di esse addirittura esigeva l’esclusiva!
22 Giugno 2007 at 15:59 -
Cara Manu, non voglio fare le pulci a tutti i costi ma devo farti degli appunti. Quella del primo ritratto non è Isabella d’Este ma, molto probabilmente, la sua nuora, figlia del duca Federico, che porta in dote ai Gonzaga il ducato del Monferrato.il secondo non lo conosco, ma presumo sia uno dei ritratti provenienti dal Museo Gioviano, oggi agli Uffizi. Il terzo non può essere un ritratto, mentre il quarto della prima fila e il secondo e il quarto della seconda fila sono certamente ritratti di Isabella d’Este. Degli altri due non so ma ho dei dubbi: più che altro credo che siano attestazioni di come Isabella fosse capace di lanciare delle mode subito accolte, come questo corpicapo misto di tessuto e ciocche di capelli veri!
22 Giugno 2007 at 16:04 -
Era per vedere se eri attento!
22 Giugno 2007 at 16:05 -
Isabella : una dona vera.
22 Giugno 2007 at 16:15 -
Caro Nico, 1° ritratto: Titian (Tiziano Vecellio), 1490, Pieve di Cadore, 1576, Venezia: autore del “solo” ritratto di Isabella che lei amò di più fra tutti quelli che le fecero.
22 Giugno 2007 at 16:23 -
Caro Nico,2° ritratto…Collezione di Ambras
22 Giugno 2007 at 16:24 -
Caro Nico,3° ritratto…hai ragione, è l’intruso, fa parte della collezione che i Gonzaga hanno continuato per sei generazioni
22 Giugno 2007 at 16:29 -
Caro Nico,1° della seconda fila: … hai ragione!Paolo Morando detto Cavazzola, Ritratto di gentildonna con capigliara e guanto in mano1520 ca. Accademia Carrara, Bergamo.Sontuosa e monumentale, meditata sugli esemplari dell’antichità romana e riportata in auge dal gusto di Isabella d’Este, la “capigliara” costituisce una delle espressioni più classiche delle mode classicheggianti del XVI secolo. A metà tra una parrucca e un copricapo, generalmente ricchissima di applicazioni, fu destinata a una rapidissima circolazione, specie nel territorio padano.
22 Giugno 2007 at 16:49 -
Caro Nico, ammetto di essere stata un pò superficiale nella mia ricerca…ma almeno un pò ho rimediato? Mi sono impegnata di più?
22 Giugno 2007 at 17:25 -
Cara Manuela,scusami se insisto, ma attingo dalla memoria delle lezioni di Giovanni Agosti che sulle questioni mantovane del ‘500 è ferratissimo, ma la didascali a che mi mandi può andare bene per il primo ritratto a destra, mentre il primo ritratto che dico io, quello in alto a sinistra, non è certamente di Tiziano bensì, probabilmente, di Giulio Romano. Si tratta di un dipinto di cui non si sa quasi nulla, in modo particolare dell’identità della ritratta per il motivo che i ritratti della moglie del duca Federico sono inesistenti. Qualcuno, invece, ha ipotizzato che Isabella d’este sia la donna in secondo piano, sullo sfondo, che sta entrando nella stanza, velata: la suocera, "prima donna del rinascimento" che va a trovare la moglie di suo figlio. Tuttavia non ci sono prove per dimostrare questa ipotesi…Resta però certo che Isabella non si sarebbe mai fatta fare un ritratto così, come sta ad indicare il fatto che quando si fa fare il ritratto da Rubens si rifiuta di posare per l’artista in quanto è ormai vecchia e grassa (tanto da aver dovuto spostare il suo studiolo non essendo più in grado di fare le scale) e gli fornisce il ritratto di Tiziano fattole quando era giovane, chiedendogli di usare quello. Isabella, nei suoi ritratti, con il tempo non invecchia mai, anzi, a dire la verità, noi non sappiamo bene che volto abbia avuto. La sola effige che non lascia dubbi, infatti, è quella che si trova su una medaglia incisa da Giancristoforo Romano, scultore di fiducia della marchesa, che la invierà in dono in più occasioni alle persone che se la meritavano, a pochi eletti: non a caso aveva come motto "benemerentium ergo", cioè "ai benemerenti", a quelli che la meritano (a pensarci bene, più che una vera donna, è il motto di una vera stronza!).Si può aggiungere anche che Mantegna aveva fatto un ritratto di Isabella d’Este, ma che questa non lo apprezzò perchè, dice, l’aveva dipinta brutta, tanto che si rifiutò di posare per la grande Pala della Vittoria, dove, al suo posto, compare sant’Anna. Anche sulle collezioni Gonzaga, poi, è tutto da vedere, perchè anche di quelle abbiamo alcuni dati incerti, nonostante l’inventario fatto fare dalla vedova del duca Federico nel 1540 (infatti Federico, gran puttaniere in vita, muore di mal sottile un anno dopo la madre).Comunque ti sei impegnata, lo riconosco: bisogna però fare attenzione alle fonti da cui si attinge…Però, mi raccomando, continua così!!!Nico
22 Giugno 2007 at 17:35 -
però la storia del coazzone è interessante e senza dubbio meriterebbe di essere approfondita, non di rimanere come commento ad un post. Considera che Isabella adorava inventare mode e farsi imitare, tanto che ci sono lettere di persone che le chiedono il permesso di indossare a loro volta certe idee di abbigliamento inventate dalla marchesa, che su alcune di esse addirittura esigeva l’esclusiva!
22 Giugno 2007 at 17:37 -
Nico sei troppo mitico! Il mio Prof. preferito! E’ tutto interessantisssimo e prometto che studierò di più!