I SANTI VESTONO PRADA”
Siamo nella seconda metà del 1400, il particolare sandalo rosso è indossato da San Venanzio e fa parte del Polittico di Giovanni Boccati che è conservato sull’altare della Chiesa del Comune di Belforte (MC). Il Santo, così modaiolo, è l’attuale protettore della città di Camerino e dell’intera diocesi. Fin dall’epoca di Carlo Magno la calzatura, che arrivava da periodi molto bui, infatti durante le invasioni barbariche si usavano solo modelli estremamente rudi fatti di pelli non conciate, avrebbe ritrovato eleganza e raffinatezza, diventando poi sempre più ricca e splendidamente ornata d’oro, con ricami, gioielli e pietre preziose. Nel Quattrocento, inutilmente represse dalle leggi suntuarie, cioè tutte quelle disposizioni contrarie al lusso, che arrivano a sanzionare la scomunica di chi non ne rispettava il contenuto, si indossavano ancora ricche scarpe dalla forma allungata, come le poulaines di derivazione tardo gotica che, confezionate in stoffa o in morbida pelle dalla lunga punta rinforzata e allungata a tal punto che, in alcuni casi, per non inciampare venivano fissate al ginocchio con una catenella, si infilavano sulle calze aderenti lasciate in vista dai cortissimi farsetti. Altri tipi di calzature dell’epoca erano le caligae, con suola in cuoio e tomaia in stoffa: panno di lana per le più modeste e broccato, raso seta e velluto per le più eleganti. L’autore del Polittico, sicuramente attento anche ai dettami della moda dell’epoca, rappresenta San Venanzio con un tipo di calzatura in voga dal 1450 che era denominato “a Becco d’Anatra”, piatta, molto scollata e dalla pianta abbastanza squadrata. Generalmente fatte di velluto e in certi casi, con tagli verticali nella parte superiore da cui usciva, a sbuffi la fodera di raso chiaro. Spesso era adorna di ricami d’oro e d’argento, oltre che di pietre preziose; i popolani invece la indossavano nella foggia più semplice, in cuoio marrone o nero e di legno.
20 Aprile 2007 at 00:16 -
Ciao Manuela,su questi argomenti ci sarebbe un libro d uno storico dell’arte che potrebbe forse interessarti. Il libro è "Buffalmacco e il Trionfo della Morte" di Luciano Bellosi, un libro bellissimo in cui, paradossalmente, la moda diventa uno dei fattori dirimenti la collocazione cronologica di un dipinto. Credo che partendo da questo ci siano dei rapporti fra moda e cronologia che Bellosi a sviscerato in maniera molto puntuale in alcuni saggi, fra cui questo, anche con qualche latente risvolto sociologico sulle funzioni sociali del costume, attingendo testimonianze significative da Boccaccio e da altri…
20 Aprile 2007 at 15:11 -
molto interessante, vedrò di recuperarlo al più presto
20 Aprile 2007 at 18:42 -
ma sì, con calma… è un libro del 1975, ma poi è stato riedito da 5 continents tre o quattro anni fa mi pare.A proposito, com’è andata filologia medioevale?
17 Settembre 2009 at 09:32 -
ma sì, con calma… è un libro del 1975, ma poi è stato riedito da 5 continents tre o quattro anni fa mi pare.A proposito, com’è andata filologia medioevale?