Altre usanze vengono comprese nel lusso per gli sprechi che causavano, così si impone l’uso di un solo panno per cappelli e vesti, l’uso di un particolare tessuto di seta, lo sciamito. Fino al settecento si trovano leggi che vietano il lusso, l’ultima disposizione apparsa è del 1824 sotto forma di editto sul vestire a Roma. Per i disubbidienti le multe imposte erano a volte assai salate; in alcuni casi invece era garantita una certa permissività. Esempio è la città di Venezia che per fini politico economici, permette il lusso senza limitazione a dogi, alla dogaressa e alle persone della famiglia nonché al patriziato, in occasione di visite di sovrani stranieri, che si vogliono abbagliare con lo sfoggio di ricchezza di una delle città più importanti d’Italia. Curiosa, e forse unica disposizione suntuaria che ha riscosso nel corso del tempo successo, è quella che impone che le gondole della città di Venezia siano di colore nero, “senza ornamenti né pittura alcuna”.
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