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Mag. 19.

parole giuste e parole infelici

Ieri sera si parlava dell’uso delle parole, in particolare, il tutto è nato perchè stavo raccontando la storia di una ragazza che conosco che presto si sposerà con un ragazzo nero.

Chissà perché… la parola nero non è carina come… di colore…?
Forse si riferisce al fatto che "di colore" non specifica poi quale?
Me se noi non abbiamo davvero riserve nei confronti di persone e popoli con tratti somatici diversi dai nostri (occidentali… più o meno bianchi…) perchè la parola NERO dovrebbe essere detta con cattiveria, se in fondo è solo un colore?
Così immaginiamo di fare un viaggio in Africa, supponiamo che il barista dell’aeroporto dice riferendosi a noi…   " Il caffè era per quella ragazza bianca…"
Ci sentiremo offesi?
Io no.
E spero nessuno di voi che sta leggendo…
Ma allora perché tante riserve per alcune parole?
Ovviamente il fenomeno riguarda un numero considerevole di categorie:
I poveri sono svantaggiati, i bassi sono meno alti, handicappato diventa portatore d’handicap o affetto da sindrome di… o diversamente abili, i vecchi sono anziani.
Che cosa hanno allora certe parole, sinonime di altre, per essere scelte come offensive o meno offensive?
Una storia.
La storia delle parole e il modo in cui le abbiamo usate nel corso del tempo, addirittura possono avere un significato solo per noi Italiani, per i Tedeschi o per gli Inglesi.
Per questo dobbiamo spesso fare attenzione alle parole che usiamo, a quello che intendiamo comunicare e a quello che la parola contiene in sé indipendentemente dal significato oggettivo.
Alcune parole sono state usate in passato in modo discriminante, provocatorio e offensivo per alcune classi sociali. Ed oggi, anche senza nessun apparente motivo, ne portano il retaggio.
Bisognerebbe imparare a distinguere il vero significato delle parole. Il che significa mantenere la loro storia, ma significa anche depurarle da alcune false ipocrisie…

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Apr. 11.

citazione

Le parole sono senza tempo. Si dovrebbero dire e scrivere con la consapevolezza della loro atemporalità.

Gibram Kahali 

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Dic. 14.

Dizionario delle parole perdute

Navigando nei mari del web mi sono imbattuta in questa iniziativa che si prefigge di salvare il più possibile le parole in via di estinzione che ogni giorno scompaiono annientate dall’uso di semplificazioni del linguaggio. Sono parole che, con il passare del tempo, verranno dimenticate e addirittura cancellate dai dizionari.

Entrambe le iniziative sono blog e sono liberi a tutti, per contribuire basta scrivere una mail – a chi gestisce il blog – con la parola perduta e il suo significato.

ogni parola ha un’anima, incarna un vissuto, il vissuto di chi l’ha usata e, dunque, perdere una parola significa far cadere nell’oblio una pluralità di messaggi, cancellare sfumature e diversità".

Il blog si chiama "Salviamo le Parole", e chi lo ha ideato: chiede a tutti di collaborare per evitare la scomparsa di parole: "Salviamo le Parole ha bisogno della vostra collaborazione. Adottare una parola abbandonata e sul punto di sparire non costa nulla ma contribuisce ad arricchire il nostro linguaggio. Tutti siamo un po’ più poveri, arricchiamoci con il linguaggio. Adottate l’italiano".

E noi… che parole possiamo recuperare? Visto il tema natalizio … mi viene in mente … balocchi …

 

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