Ieri sera si parlava dell’uso delle parole, in particolare, il tutto è nato perchè stavo raccontando la storia di una ragazza che conosco che presto si sposerà con un ragazzo nero.
Chissà perché… la parola nero non è carina come… di colore…?
Forse si riferisce al fatto che "di colore" non specifica poi quale?
Me se noi non abbiamo davvero riserve nei confronti di persone e popoli con tratti somatici diversi dai nostri (occidentali… più o meno bianchi…) perchè la parola NERO dovrebbe essere detta con cattiveria, se in fondo è solo un colore?
Così immaginiamo di fare un viaggio in Africa, supponiamo che il barista dell’aeroporto dice riferendosi a noi… " Il caffè era per quella ragazza bianca…"
Ci sentiremo offesi?
Io no.
E spero nessuno di voi che sta leggendo…
Ma allora perché tante riserve per alcune parole?
Ovviamente il fenomeno riguarda un numero considerevole di categorie:
I poveri sono svantaggiati, i bassi sono meno alti, handicappato diventa portatore d’handicap o affetto da sindrome di… o diversamente abili, i vecchi sono anziani.
Che cosa hanno allora certe parole, sinonime di altre, per essere scelte come offensive o meno offensive?
Una storia.
La storia delle parole e il modo in cui le abbiamo usate nel corso del tempo, addirittura possono avere un significato solo per noi Italiani, per i Tedeschi o per gli Inglesi.
Per questo dobbiamo spesso fare attenzione alle parole che usiamo, a quello che intendiamo comunicare e a quello che la parola contiene in sé indipendentemente dal significato oggettivo.
Alcune parole sono state usate in passato in modo discriminante, provocatorio e offensivo per alcune classi sociali. Ed oggi, anche senza nessun apparente motivo, ne portano il retaggio.
Bisognerebbe imparare a distinguere il vero significato delle parole. Il che significa mantenere la loro storia, ma significa anche depurarle da alcune false ipocrisie…
Tagged: blog, parole, stelle e stelline, style