La natura ti da la faccia che hai a vent’anni; è compito tuo meritarti quella che avrai a cinquant’anni.
Coco Chanel
La natura ti da la faccia che hai a vent’anni; è compito tuo meritarti quella che avrai a cinquant’anni.
Coco Chanel
Una normale giornata in ufficio tra le scartoffie, una normale (all’apparenza) telefonata:
-Buongiorno, sono Pinco, sto cercando Panco
M: E’ uscito ma lo trova sul cellulare
-L’ho perso
M: Ah ok, le do il numero
-Ma no l’ho perso
M: Appunto se ha da scrivere glielo detto
-Ho perso il cellulare, richiamo più tardi in ufficio e vedo se lo trovo
Praticamente Pinco, che mi stava telefonando, pensava di dover chiamare Panco dal cellulare, visto era recuperabile solo li… Ma se era al telefono, perchè non lo chiamava da li… Che io sappia da un telefono si può chiamare un cellulare, non serve un altro cellulare… Ci ho pensato qualche minuto e poi ho capito che fa parte di quelle cose che ti capitano e alle quali non c’è spiegazione razionale, quindi meglio non approfondire.
Alla notte dei segreti di Style.it abbiamo svelato un nostro segreto, e l’abbiamo fatto solo per Style ;).
Nei giorni scorsi ogni blogger partecipante ha registrato un video in cui raccontava un piccolo segreto che è stato proiettato ieri sera in una sala dell’ Hotel Straf di Milano, tra un cocktail e una chiacchiera.
Anche Vanity aveva un segreto, che ha svelato proprio a noi e proprio alla notte dei segreti, ecco qual’era il suo segreto:
http://www.style.it/vanitypeople.aspx
… e il mio segreto? Lo volete sapere?
Copio e incollo una mail dell’amico Fabrizio che mi ha fatto sorridere…
Ho letto il tutto, e non e’ facile fare commenti, in quanto qui ci sono 1000
argomenti e c’e’ lo specchio di una vita intera.
Domanda fondamentale: quanto e’ ironia e quanto e’ convinzione ?
Comunque: notevole il passo a pag. 66 sulle ‘povere bestioline chiuse nel loro
mondo’, a pag 72 il passo sul ‘ dilemma’, e poi a pag. 48 il passo sul ‘
destino’. Comunque una persona
che e’ cattolica va in difficolta’ se pensa che le scelte ed il destino siano
gia’ determinati, in quanto non esisterebbe peccato, e quindi neanche
l’inferno ( cosa a cui io non credo: cioe’
non credo che ci sia ).
Comunque in generale:
– Leggendo sono entrato in tanti argomenti completamente lontani dal mio modo
di pensare
– Dopo una decina di pagine mi sono reso conto che non riusciro’ mai a capire
cosa ti passa per la testa
– Come conseguenze immediate ho imparato nuove parole:
– a pagina 5: ‘un pantalone lucido con pile’. ( letto ‘pile’, nonostante gli
oltre 30 anni di inglese in un’azienda americana).
Pensavo che fosse un errore di battitura e volessi dire ‘gile’. poi ho chiesto
a Tiziana, ed ho scoperto che esiste
nel vestiario il ‘pail’. ( Adesso non mi ricordo pero’ piu’ bene che genere
di vestito sia)
– a pag. 75 ci sono le ‘crocs’ , che vedo che sono scarpe : bella parola, che
mi fa capire che io sono ormai irrimediabilmente tagliato fuori e fuori dai
tempi.
– a pag. 38 quando tua mamma sta canticchiando YMCA ( letto YMCA): poi , dopo
due o tre riletture i miei trenta anni in azienda
americana mi hanno fatto realizzare che era ‘uai em si ei’, che e’ una musica
che ho qualche volta sentito.
Gli argomenti e le situazioni sono tante, ma per ora basta cosi’. Comunque
COMPLIMENTI, il libro e’ anche molto scorrevole e piacevole.
E’ appena uscito un cliente, un ragazzo della mia età, nonchè un ex compagno di scuola che conosco da tempo immemore. Mi è piaciuto, mi ha fatto sorridere.
S: "Segnati il mio nuovo numero di cellulare… (e mi fa uno squillo)"
Manu: "Ok, ma come mai hai cambiato numero? Cosa aveva quello di prima che non andava?"
S: "Hai presente quando ti suona il telefono e ti dicono -e adesso rispondi!-"
Manu: "E cos’hai fatto?"
S: "Ho risposto, e il giorno dopo ho cambiato numero!"
In pratica lui stava con l’attuale fidanzata e quella che chiamava era invece la fidanzata precedente. Pare che la fidanzata attuale gli abbia fatto una scenata di gelosia.
Non ho volutamente approfondito perchè sono affari suoi, ma la domanda è: se non hai nulla da nascondere perchè cambiare numero? Possibile che non si possa spiegare ed essere creduti, che prima di lei avevi una storia che ora si è conclusa?
"La droga apre i sensi a chi li ha gia’ sviluppati e li chiude agli altri. Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. La uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre dato medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva". Parole di Morgan in un’intervista a Max, in edicola giovedi’ 4. Parole che hanno subito innescato polemiche in considerazione del fatto che l’artista sara’ in gara al prossimo Festival di Sanremo, anche se ora questa partecipazione appare fortemente in dubbio. Morgan aggiunge nell’intervista "Io la fumo in basi (e’ la modalita’ di assunzione nota come ‘crack’) perche’ non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno e’ pura". E ancora: di crack "ne faccio un uso quotidiano e regolare".
Che mi dite?
Senza fare moralismi, perchè ognuno è libero di fare della sua vita ciò che vuole, mi è sembrata comunque una dichiarazione poco appropriata, visto che non si sa mai chi possa ascoltarla. Che lui lo sappia o no, rappresenta un "modello" per i suoi fans, e un modello dovrebbe dare esempi sani di vita. Da giovani tutti abbiamo un modello da seguire, io stessa ad esempio vestivo pizzi e borchie per imitare un’acerbissima Madonna, ma ciò non provocava danni, tranne le "parole di mia madre di quando mi vedeva mettere smalti neri e fiocchi di pizzo tra i capelli, ora non vorrei che Morgan sia un modello per qualcuno… Dal mio punto di vista la questione San Remo passa in secondo o terzo piano, mi sembra una punizione da scolaretti, del tipo, hai detto questo, sei stato cattivo e non parteciperai a San Remo. Secondo me il problema da affrontare è ben più grave e sta nel modo in cui questa intervista verrà recepita. Certo è stato coraggioso nel dichiarare una cosa che è purtroppo diffusa ma lui, come personaggio pubblico ha anche delle responsabilità verso il prossimo.
Qualche giorno fa mi sono trovata in una discussione che, partita dalla parola "conversione", è sfociata in "peccati" e "perdono". Una persona ha esposto una sua personale ed ironica teoria sull’essere "perdonati" in base a quello che recitano i famosi "10 Comandamenti". Lasciando da parte la religione, verso la quale ho un approccio molto razionale, i comandamenti possono essere trasportati in quelle che sono comunque le regole del vivere civile, in particolare quando parlano di non rubare soldi o partner altrui, non uccidere e non dire le bugie. Questa persona sostiene che visto che i comandamenti sono dieci, basterebbe osservarne solo sei per avere la sufficienza, fare quindi una media, come si fa con i voti a scuola.
Mi ha fatto riflettere e penso che in effetti non ha tutti i torti, nel senso che se ci comportiamo bene, non abbiamo nulla da temere…
Mi aiutate a riscrivere i dieci comandamenti in versione laica?
1. Non rubare
2. Non uccidere
3. Non dire bugie
4. …
Se con una dieta si perdono dei chili e con l’iscrizione in palestra circa 50 euro al mese, facendo shopping si può davvero dimagrire, non solo per il peso tolto dal portafogli ma anche per la quantità di calorie bruciate.
Una ricerca ha determinato che per bruciare un pezzo di torta o due bicchieri di vino, cioè circa 400 calorie, basta passeggiare a caccia di affari. I ricercatori hanno calcolato che un individuo brucia 48 mila calorie l’anno facendo spese, per intenderci è come se percorresse 248 chilometri praticando "walking". Ovviamente in testa restano le donne, dimostrando così l’acclamata diceria che il gentil sesso fa dello shopping un’attività sportiva.
Nelle 2 ore e mezza giornaliere, che le donne trascorrono tra i negozi, riescono a percorrere in media 4,7 chilometri contro i 2,5 chilometri fatti da un maschietto che non riesce a far spese per più di 50 minuti al dì prima di sentirsi “esaurito”.
Ma se correre da un negozio all’altro prima dell’ora di chiusura affatica più di un’ora in palestra, non lascia impremiati, anzi va a tutto giovamento della salute poiché permette di compiere i 10 mila passi giornalieri raccomandati dai medici. Insomma c’è la spesa da fare, una camicia da comprare, un paio di scarpe da cambiare, fate pure di necessità virtù.
Interessante vero?
Io invece, che ultimamente sto lavorando tanto e cammino poco, ho optato per la palestra, ho iniziato Pilates, che all’inizio non mi entusiasmava e ora comincia ad appassionarmi, ho ripreso Spinning, da sempre la mia disciplina preferita e ogni tanto, non tutte le settimane faccio una cosa che si chiama Power Pump, in pratica aerobica con i pesi.
E’ una Claudia Koll completamente differente rispetto all’attrice che conosciamo quella che gira da anni le chiese e i teatri d’Italia per raccontare come è cambiata la sua vita da quando è iniziato in lei un lungo processo di conversione. A Lungavilla (PV), Claudia ha affascinato il numeroso pubblico con la sua testimonianza di fede. Oggi è una donna matura, serena, responsabile, dal grande equilibrio interiore; non fa più leva sul suo aspetto fisico che le ha dato grande popolarità, la sua vita ora l’ha messa a disposizione di “Gesù della Divina Misericordia”, promuove opere di carità per la Chiesa e per tutti i sofferenti: “E’ la Chiesa che ci aiuta ad attingere alle grazie, alla misericordia di Dio – racconta Claudia -, me ne sono accorta fin dal momento in cui ho attraversato un periodo di buio totale nella mia vita e grazie a Dio che è Amore e grande Misericordia ho aperto gli occhi verso le sofferenze; ero una grande peccatrice e dopo essermi confrontata con fame, povertà, malattie nei bambini africani, ora non posso più fare a meno di aiutare queste creature, spronando al contempo tanti volontari a fare come me”. Claudia non ha abbandonato il suo lavoro ma ora fa scelte mirate quando deve interpretare un ruolo in una fiction o a teatro, più vicine al suo nuovo stile di vita, incentrato sulla testimonianza della fede. Dirige una Accademia dello Spettacolo a Roma, ha stretto collaborazioni con altri artisti, come il cantante Ron e il regista Giulio Base, ma trova anche il tempo di visitare i luoghi in cui ha messo le basi di questa “nuova” vita.