Questo è l’inizio di un racconto che ho scritto più o meno un anno fa, con il quale ho partecipato a un concorso letterario … si intitola l’uomo in nero.
La routine settimanale era cominciata, buio, nebbia, macchina, primo espresso amaro della giornata, sigaretta, sosta in edicola per il quotidiano e radio per tenere compagnia durante il viaggio fino all’ufficio. La mattina non prometteva niente di bello, a cominciare dal fatto che il lunedì era considerato da Rossana come il giorno peggiore della settimana, inoltre l’avvicinarsi dell’autunno aveva riportato la densa e umida nebbia che caratterizza le zone di pianura, e che avrebbe accompagnato le giornate e le nottate invernali fino all’avvento della primavera.
Il tragitto è sempre il solito, da un qualche anno a questa parte ormai, anche le macchine che si incontrano al mattino sono le stesse che si vedono alla sera.
L’arrivo davanti al pesante cancello di ferro ancora chiuso dell’ufficio riporta Rossana alla realtà, al suo lavoro, alla routine, al fatto che deve cercare nella borsa, sempre stracolma di cose, il telecomando e la chiave della porta e stare ancora qualche secondo esposta all’umidità della mattina.
Le mosse sono sempre le solite, accende la luce, la radio e il computer, e mentre aspetta che tutto sia pronto, da una veloce lettura ai titoli di prima pagina del quotidiano. Squilla il telefono e contemporaneamente una macchina fa manovra ed entra nel cortile.
“Avanti, sono al telefono!” disse con il tono di chi aveva già capito come, da li in poi, sarebbe andata la giornata caotica…
Tagged: nero